Un discorso a parte meritano i due concorsi letterari indetti a marzo 2017 dall’Associazione Percorsi (la stessa che realizza il Premio Montale Fuori di Casa): “Altre Maternità“ e “Fra gli ultimi del Mondo“.
CERIMONIE DI PREMIAZIONE:
“Fra gli ultimi del Mondo“, 11 Novembre 2017, ore 16.00, presso il Museo Tecnico Navale della Spezia
Premio Speciale: Sonia Vatteroni
Riconoscimento: Comandante di Fregata Giampaolo Trucco
Vincitore del Concorso: Domenico Garaffa
Finalisti:
1. Boccadamo Matteo: poesia “Aysha”
2. Coèn Luciana: racconto “Come un uccellino”
3. Dell’Aversana Manfredi: poesia “Comm’è scuro cà ‘ssotto..”
4. Gesue’ Angela: poesia “Una chioma da regina”
5. Pigoni Giosanna: poesia “E’ tempo di migrare…”
6. Radeva Guergana: racconto “Riflessi capovolti”
7. Serofilli Valeria: poesia “Prestami i tuoi occhi”
8. Useli Elvira: poesia “Il fiore di Malak”
9. Vatteroni Sonia: poesia “Zingari”
10. Vicaretti Umberto: poesia “Fiori di Bodrùn”
11. Zanella Arianna: racconto “Cristalli di sale”
“Altre Maternità‘”, 25 Novembre 2017, ore 16,00 presso il Centro Allende della Spezia
Premio Speciale : Alessandra Giordano
Riconoscimento: Rita Corbani
Vincitore del Concorso: Rita Imperatori con la poesia
“Ad una capra”
Oh, cara, che mi parli con le orecchie
d’una spiga che offende la tua vista
e riservi ad altri mali
i suoni archiviati nella gola:
per dire dell’acqua già finita
o del fieno che non va
o d’un fratello ignaro dei doveri.
Dicono gli umani che non è donna
la femmina non madre:
ho sempre riso, invocando l’ignoranza.
Hanno ragione, invece:
che vale un grembo
che non si allarga
a comprendere e donare?
Solo che il grembo
è luogo della mente
che accoglie e cura i nati di ogni specie.
Di più se fragili,
scartati perché troppi, imperfetti o vani.
Di te e di altre “inutili” creature
io sono madre:
da te imparo
ad affinare i sensi per capire
e se distendo lo sguardo oltre la stalla,
verso le case degli umani
in cui crescono figli ben diversi,
mi accorgo che l’amore
ha identica natura:
se lo dispensi
ti torna raddoppiato,
se lo neghi là dove ti pare spreco
dissecca tanto
da non bastare neppure
per il figlio generato.
RITA IMPERATORI
IL CONCORSO “ALTRE MATERNITÀ’“
Il Concorso “Altre Maternità”, alla sua seconda edizione, nasce nel 2016 nell’ anno dedicato dal Premio nazionale Montale Fuori di Casa (www.premiomontalefuoridicasa.it), di cui è spin off, al tema degli Animali; tema caro al premio Nobel e presente nella poesia e nella prosa di Eugenio Montale.
Il titolo del concorso, da voce ad un “sentire” sempre più presente e diffuso fra gli uomini, ovvero che l’amore per un animale da compagnia non solo può essere forte e profondo, ma anche equiparabile per molti a quello verso un figlio e viceversa.
L’etologia ci ha insegnato infatti, dopo secoli di colpevole ignoranza, che gli animali sono creature dotate di sentimenti e sensazioni, capaci di amore assoluto nei confronti degli umani con i quali condividono la vita.
E oggi, nel mondo civile, sono milioni gli animali da compagnia che alleviano con la loro presenza la solitudine di giovani e di anziani. Perché ignorare o minimizzare questo sentimento di amore che lega gli esseri umani agli “altri animali”?
Con questo concorso vogliamo offrire, a chi lo desidera, la possibilità di condividere questo sentimento, esprimendolo, in poesia, in prosa o come meglio ritengono.
Il successo che il concorso Altre Maternità, ha riscosso nel 2016 nella sua prima “sperimentale” edizione sul web, ci ha spinto a continuarlo e a farlo crescere, nel tentativo e desiderio di dar voce a quanti, e sono molti, condividono il nostro pensiero.
Il titolo del Concorso si ispira alla omonima poesia che l’Autrice Cinzia Boccamaiello ha dedicato ai suoi gatti.
“Altre maternità”
A Micia dagli occhi azzurri e verdi,
Cindy la quieta, Daisy timorosa;
agli animali, ultimi innocenti.
Nel loro addormentarsi su di me
ritrovo i mio abbandono sul tuo seno
madre che mi acquietavi
col tuo calore odoroso di pane,
di sole e d’erba, d’alberi e di vento;
amore per amore che scioglieva
gli occhi nel sonno e tutte le paure
che ancora non sapevo nominare.
Amore per amore, dondolato
dal ritmo di una scranna che cullava.
Quello stesso abbandono adesso, adulta,
ritrovo, come un cerchio che si chiude,
nel loro addormentarsi su di me,
quieti per il mio odore che sa il cibo,
la casa, protezione, l’accoglienza;
amore per amore che non sa
altro criterio che capirne il bisogno.
E’ forse questo
il più prezioso dei doni che hai lasciato
CINZIA BOCCAMAIELLO
IL CONCORSO “FRA GLI ULTIMI DEL MONDO“
Inaugurato nel 2017, il Concorso “ Fra gli ultimi del mondo”, spin off della Sezione Mediterraneo del Premio Montale Fuori di Casa, ci porta invece a riflettere su quell’umanità che “non racconta” la sua “cupa storia”, la sua sofferenza, il suo senso di esclusione, perché non è in grado di farlo, ma che, proprio per questo motivo, ha bisogno che altri, gli artisti, i poeti, gli scrittori dei nostri giorni, lo facciano al posto suo.
Vi chiediamo di raccontarla la pena, la cupa storia di quei disperati che si accalcano sui barconi per solcare il Mediterraneo, oppure si mettono in marcia attraverso i deserti per giungere, il più delle volte, di fronte a muri e fili spinati.
Nel 2016 il poeta Paolo Stefanini, vincitore della sezione Poesia di Viaggio del Premio Montale Fuori di Casa, con il suo libro “Il Buio e la Farfalla“, ci ha provato. E questo Concorso Letterario prende il nome proprio dal verso di una sua poesia “Sebastiao Salgado”.
Il Concorso si avvale del patrocinio della RIDE -Rete italiana per il dialogo Euromediterraneo (MAECI ,Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale), di cui l’Associazione Percorsi fa parte.
“Sebastião Salgado”
C’ero anch’io con te-ne sono certo-
in fuga assetata nel Sael
fra piante secche e carcasse animali:
ne porto ancora rughe fonde agli occhi.
E nel Kuwait io c’ero
nel mondo aorne e nero
dei pozzi petroliferi incendiati
e dei soldati rinsecchiti al sole:
la nausea non m’ha più lasciato.
E prima fummo nel Brasile tuo
nella Serra Pelada
bolgia o miniera
o formicaio d’anime di fango
in sciami a raschiar dalla terra
il riflesso ingannevole dell’oro:
odio i monili da quel dì
sento sangue nel giallo del metallo
e fetido sudore.
E ancora insieme fummo
in Bangladesh
a spaccar col martello e con la mazza
relitti morti di navi spiaggiate.
Magre avevamo esili membra
alle fatiche rotte e sorde orecchie:
ho presente nel capo
il vibrare di colpi ripetuti
che avevano ragione dell’acciaio,
assestati a dovere e con cadenza.
Con te ovunque ultimo mi feci
Fra gli ultimi del mondo,
quelli senza colori addosso,
quelli dell’impietoso bianco e nero.
PAOLO STEFANINI