Edizione 2020 – Le piante nella Poesia di Montale
La poesia di Montale è ricchissima di elementi o riferimenti botanici d’ogni genere.
Come notano anche Marcella Pozzi e Luca Notari (“Fiori e piante nella poesia di Pascoli e Montale”) fu il poeta stesso ad ammettere la sua passione per le piante.
In una sua lettera al traduttore iugoslavo Mladen Machiedo su chiarimenti per la traduzione dell’“erbaspada” scrive: “So poco di botanica e di zoologia, eppure le mie poesie sono piene di animali e di piante.”
Testimonianza di questo interesse per il mondo naturale e per le piante si trova in tutta la sua poesia sia quella he raffigura l’ambiente ligure, che in alcune sue prose.
Per suffragare quanto detto basta citare pochi versi dalla sua prima raccolta poetica Ossi di Seppia
“I limoni”Ascoltami, i poeti laureati /si muovono soltanto fra le piante / dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. / Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi / fossi dove in pozzanghere / mezzo seccate agguantano i ragazzi /qualche sparuta anguilla: /le viuzze che seguono i ciglioni, /discendono tra i ciuffi delle canne / e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Oppure “Egloga”Perdersi nel bigio ondoso / dei miei ulivi era buono / nel tempo andato – loquaci / di riottanti uccelli / e di cantanti rivi. / Come affondavi il tallone / nel suolo screpolato, / tra le lamelle d’argento / dell’esili foglie.
Anche a Milano dove si trasferì nel 1946 Montale cercò spesso un contatto con la natura.
Si dice infatti che Eugenio Montale, premio Nobel per la Letteratura nel 1975, scrittore italiano ma anche poeta, traduttore e critico musicale, avesse l’abitudine di recarsi per leggere o scrivere vicino ad una quercia, che si trovava a pochi passi dal Museo di Storia Naturale e dal Planetario Hoepli.
Niente di più facile, visto che era giornalista del Corriere della Sera, la cui sede storica si trova ancora oggi a pochi passi dal parco, in via Solferino.
La quercia (Quercus Rubra, Quercia Rossa del Nord America), era situata all’estremità di un bel prato,una delle piante più antiche del parco e delle più grandi di Milano, la sua età stimata intorno ai 200 anni. Purtroppo nel mese di settembre, anche a causa dei dissesti ambientali, è crollata.
Proprio all’ambiente e alle piante la Giuria del Premio ha deciso di dedicare la tematica del Premio Montale Fuori di Casa 2020.