Tematica 2024

Nel decidere, insieme al Consiglio Direttivo del “Premio Montale Fuori di Casa”, quale sarebbe stato il tema conduttore del 2024 avevamo inizialmente pensato di riproporre quello della Pace, già scelto nel 2022, allo scoppio della guerra portata dalla Russia di Putin contro l’Ucraina. Lo avevamo fatto pubblicando sulla prima pagina delle cartelline dei Premiati un pensiero di Papa Francesco: “ci vuole coraggio a perseguire la Pace invece che scegliere la scorciatoia della guerra”. Abbiamo mantenuto tale dedica anche nel 2023, anno nel quale, purtroppo, un ulteriore gravissimo conflitto è scoppiato in un’altra area del Mondo, questa volta tra Israeliani e Palestinesi, e la riproponiamo per il 2024 sperando che questo sia l’anno nel quale vedremo finalmente trionfare la Pace. Ma non possiamo negare che alla base di una condizione di pacificazione nel mondo, oltre alla buona volontà degli esseri umani, ci sia anche una profonda necessità di giustizia: nei rapporti tra gli esseri umani (uomini e donne) e tra loro e la Natura di cui tutti facciamo parte. Un mondo senza giustizia, squilibrato economicamente e massacrato da un punto di vista ambientale non può che produrre ulteriori conflitti e distruzioni. Ecco perché nel 2024 abbiamo preso come riferimento quanto dichiarava Montale nel 1976 in un’intervista televisiva, attualizzandolo:

“L’argomento della mia poesia (e credo di ogni possibile poesia) è la condizione umana in sé considerata; non questo o quell’avvenimento storico. Ciò non significa estraniarsi da quanto avviene nel mondo; significa solo coscienza, e volontà, di non scambiare l’essenziale col transitorio….”.

Montale affermava che la poesia, così come credo ogni altra forma d’arte, non può prescindere dalla “condizione umana in sé considerata”. Ecco cosa era per lui l’essenziale, non “questo o quell’avvenimento storico”, anche se – come chiariva – questo suo modo di pensare non significava per lui “estraniarsi dal mondo”, cioè dal transitorio. Ci saranno, anzi, ci sono vari modi di interpretare tali parole di Montale e so bene che uno in particolare è quello accettato dagli esegeti del suo pensiero. Lo so e apprezzo tale interpretazione, ma ho sempre pensato che questa frase possa avere anche un significato più ampio. Credo che con questa sua riflessione Montale volesse aiutarci a prendere coscienza (ecco una parola importante!) del nostro essere creature fragili, effimere, impermanenti e che dalla non accettazione di questa condizione derivi la nostra sofferenza, non tanto dal manifestarsi di sporadici eventi pur devastanti come guerre e cataclismi. Anzi – e qui faccio un passo avanti, discostandomi dal pensiero dominante – questi violenti fatti storici che ciclicamente si ripropongono nel corso dei secoli, lungi dall’essere la causa profonda della nostra infelicità, siano null’altro che la conseguenza della mancata presa di coscienza della nostra “condizione umana in sé.

Forse solo se l’Umanità prendesse finalmente atto della sua luminosa fragilità ed impermanenza, la Giustizia, la solidarietà, l’empatia tra gli esseri umani e tra loro con la terra che tutti ci ospita come viandanti, potrebbero finalmente trionfare sulla violenza che da sempre domina la dimensione umana.

Da questa presa di coscienza soltanto può nascere una nuova etica, politica, ambientale, economica, che salvi il mondo.

Ecco riunite in queste righe alcune delle tematiche e delle sezioni del nostro premio: dagli studi sulla coscienza, la sezione “In limine”; dalla ricerca etica e religiosa (in senso lato) la sezione Homo Viator; dal rispetto di Etica e sostenibilità ambientale la sezione “Ambiente”; dalla constatazione che l’Arte renda l’Uomo tale, la  sezione “Poesia” e quelle dedicate alla “Musica” e alla “Critica d’Arte”.

Finisco questa mia riflessione parafrasando le parole di Montale: siamo disposti a lavorare per un mondo migliore

Montale lo ha fatto. Ecco il suo messaggio: “Sono disposto a lavorare per un mondo migliore; ho sempre lavorato in questo senso; credo persino che lavorare in questo senso sia il dovere primario di ogni uomo degno del nome di uomo”.

Adriana Beverini – Presidente “Premio Montale Fuori di Casa”

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