Emiliano Toso

Nella bellissima sede del Teatro Carlo Felice di Genova (gentilmente concessaci dal Sovrintendente Claudio Orazi che ringraziamo), nella città che ha dato i natali nel 1896 ad Eugenio Montale, oggi conferiamo al biologo cellulare, musicista, pianista e compositore Emiliano Toso il Premio per la Sezione Musica

Non possiamo dunque non ricordare la passione che il Premio Nobel Eugenio Montale, a cui il nostro Premio è dedicato, ha sempre mostrato per la la musica che, come  egli stesso  confessa in una intervista al critico Giorgio  Zampa, fu il primum movens, il veicolo originario della sua vocazione poetica, tanto da rivendicare un primato per la propria poesia, quello di essere la più musicale del suo tempo. 

Questa passione iniziò per Montale con l’ascolto di Claude Debussy di cui conobbe, già dal 1917 a poco più di vent’anni, oltre a Ménestrels, Les collines d’Anacapri tanto da scrivere : “musica descrittiva e impressionistica piena di sconnessione, di colori e di metri. Dapprima lascia quasi indifferenti; se non ostili; e poi rimane impressa come in un incubo; e si vorrebbe sentire e risentire e risentire! Les collines termina con un tasto bianco e dissonante e stonato come un grido d’uccello disperso”.

Poesia e Musica, dunque. E anche la dimensione sonora della musica del Maestro Toso è poeticamente orientata alla ricerca di ampi spazi e all’universalità, nella quale la mente dell’ascoltatore è libera di vagare; è la sua una musica che ha il dono superiore di collegare le anime in un’unica vibrazione. E che le vibrazioni prodotte dalla musica possano toccare il cuore del nostro essere è una consapevolezza che deriva dall’antichità. Pitagora parla della musica delle sfere celesti, Platone ne scrive ne “Le leggi” e in altri Dialoghi e dopo di lui sono stati tanti i guaritori, gli sciamani, i curanderi che, in epoche e in civiltà diverse, ne hanno compreso gli effetti terapeutici. 

Sebbene però l’utilizzo della musica sia stato riconosciuto come un grande strumento di aiuto in ogni epoca storica e in ogni cultura esistita sulla Terra, non è mai stato semplice quantificare in modo completo gli effetti terapeutici dell’ascolto a livello biologico e medico.

Ciò è stato determinato per lungo tempo dalla mancanza di strumenti adatti alla misurazione ma negli ultimi anni, grazie ai progressi della scienza, della strumentazione utilizzata nell’analisi e soprattutto all’integrazione della medicina tradizionale con quella chiamata “di confine”, sono stati portati a termine preziosi studi che testimoniano in modo profondo i benefici dell’ascolto della musica a tutti i livelli del nostro corpo, dimostrando le dinamiche cerebrali che portano al piacere dell’ascolto, i corrispondenti effetti a livello biochimico e biofisico e i relativi benefici a livello terapeutico. 

Esistono molti studi in letteratura che descrivono la relazione tra l’ascolto della musica, le emozioni, le diverse parti del cervello e gli ormoni coinvolti in questi meccanismi. E che hanno dimostrato gli effetti della musica sul battito cardiaco, la frequenza respiratoria, la sudorazione, la temperatura corporea, la conduttanza della pelle, la tensione muscolare e altre risposte del sistema nervoso autonomo (Blood et al. 1999). Così come altri studi hanno dimostrato che l’ascolto della musica interviene nelle dinamiche che riducono il dolore, l’ansia e lo stress (DiLeo 2007, Nilsson 2008 e Koelsch 2012).

Ed è per dare risposta a questo meraviglioso mistero che collega la musica al nostro stato di benessere che Emiliano Toso, forte dei suoi studi ha iniziato a comporre al pianoforte. Come biologo molecolare infatti ben conosce la danza delle 50 mila miliardi di cellule viventi che abitano il nostro corpo, che si muovono con noi, che nascono, muoiono, comunicano, vibrano, suonano, provano emozioni: “Ogni cellula, infatti riceve ed emette vibrazioni di energia in relazione alle percezioni e alle frequenze che ci circondano: siamo interconnessi con tutto ”.

Così è nato il progetto Translational Music, oggi noto a livello internazionale che, più che un nuovo genere musicale, è una forma di “terapia. Una musica che unisce scienza, musica, spiritualità ed epigenetica (branca della biologia secondo la quale il pensiero è in grado di modellare i nostri geni e il Dna). Le sue composizioni per pianoforte accordato a 432 hertz  traducono vibrazioni universali, comunicano in profondità con il nostro corpo e con le nostre cellule, favoriscono il benessere fisico, il rilassamento, la meditazione, il sonno, la creatività. 

“La musica che lavora sul nostro corpo e sulla nostra salute – spiega Toso – deve parlare il linguaggio della natura, dell’universo da qui l’idea di accordare il mio pianoforte a 432 hertz (e non a 440 hertz come la musica che ascoltiamo normalmente). Questo significa che gli armonici dello strumento risuonano con il battito della terra, con i suoni del cervello, con frequenze più o meno udibili che ritroviamo nella natura”.

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