Guido Barbujani

“Premio Speciale Montale Fuori di Casa” 2024 per la Comunicazione scientifica al professor Guido Barbujani.

 “Distilla
veleno una fede feroce.
Che vuole da te?”

Nella raccolta Le occasioni del 1939 nella poesia  Dora Markus, dedicata ad una giovane donna austriaca di origini ebraiche, Eugenio Montale scrive questo verso volendo dire, come solo un grande poeta poteva fare, che ogni incondizionata adesione ad una ideologia feroce infonde nell’animo umano e nel mondo un sentimento distruttivo come il veleno.

La “fede feroce” di cui scrive  Montale, in questo caso, era il nazismo dalla cui disastroso esperienza l’umanità non ha imparato nulla. Nell’ultimo mezzo secolo infatti abbiamo visto manifestarsi altri rigurgiti razzisti sempre solo sopiti insiti nell’animo umano. Come giustamente scriveva Montale la Storia sembra non averci insegnato nulla: La storia non è magistra/ di niente che ci riguardi./ Accorgersene non serve/ a farla più vera e più giusta.

Ben vengano dunque, oltre agli storici, altri tipi di studiosi, i genetisti a spiegarci, con diverse competenze, che le razze non esistono, che sono solo invenzioni degli esseri umani. Ben vengano a farci comprendere, che se non saremo capaci di impegnarci per la salvaguardia della vita, che sia bianca o nera, ricca o povera, storpia o sana, la storia ancora una volta ci annienterà, forse in altri campi di concentramento, forse annegati nella fossa del mar Mediterraneo.

Uno di questi studiosi è proprio il professor Guido Barbujani. Genetista all’Università di Ferrara con un’attività di ricerca e pubblicazione continuativa, Barbujani dall’ambito accademico e scientifico ricava anche un’importante produzione divulgativa e saggistica. Egli si colloca infatti tra i ricercatori che hanno deciso di convertire il loro lavoro anche in comunicazione ai non esperti, che desiderano però avvicinarsi a verità scientifiche piuttosto che limitarsi a ripetere slogans senza senso.  

Qualcosa di simile fece, prima di lui, un autore centrale del ‘900 italiano Mario Tobino, molto noto nella vicina Lunigiana. Psichiatra primario dell’ospedale di Maggiano, come narratore, molto spesso raccontò il proprio lavoro di medico ed il suo rapporto con i malati di mente; argomento che nessuno dei suoi colleghi prima di lui aveva mai pensato a far conoscere ai “non addetti ai lavori”.

Il professor Barbujani pare seguire questa strada e con i suoi libri ci fa comprendere verità ancora scomode per molti: che la razza nell’uomo è una convenzione sociale e non un dato biologico e che purtroppo “prima di arrivare a questa conclusione ci sono voluti secoli: secoli nei quali, insieme a risultati scientifici di valore, sono state prodotte anche innumerevoli scemenze”.

L’opera di Comunicazione scientifica del professor Barbujani è dunque estremamente importante ai giorni nostri in Italia, ma anche in Europa, dove – complici crisi morale, crisi economica, crisi ecologica, ma soprattutto crisi di Buona Politica – stanno rinascendo nuovi  movimenti fondamentalisti di odio e razzismo. Con la sua opera di divulgazione scientifica su temi come  l’evoluzione umana e delle “razze” che, sino a poco tempo fa, erano trattati solo nel chiuso delle aule universitarie, egli ci dimostra come il mondo in cui viviamo sia  molto più complesso di quanto alcuni vogliono farci credere. E come – per esempio – sia assurda la pretesa di chi pensa di poter fermare il fenomeno delle migrazioni con barriere e muri: perché la storia umana è una storia di nomadismo, “ancestrale e innegabile” e da quando siamo scesi dagli alberi e abbiamo iniziato a muovere i primi passi sulla terra non ci siamo più fermati, anche a dispetto di barriere naturali e condizioni di viaggio ben più terribili di quelle di oggi.

Certamente il periodo storico che stiamo vivendo è assai complesso e costa fatica accettare di confrontarsi con chi è tanto diverso da noi, culturalmente, socialmente, religiosamente. E’ difficile dividere il nostro spazio vitale con persone che hanno abitudini e costumi diversi, ma dobbiamo imparare a farlo. “Almeno – come egli scrive – finché nel mondo persisteranno le disuguaglianze economiche, ci sarà sempre gente che cercherà di venire da noi, o comunque di spostarsi per cercare condizioni migliori. È ciò che abbiamo sempre fatto”.

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