Mario Boffo

“Premio Montale Fuori di Casa” 2024 per la Sezione Mediterraneo all’ambasciatore e scrittore Mario Boffo, per aver saputo cogliere al meglio le peculiarità politiche, sociologiche, culturali ed esoteriche del Mediterraneo, e di Napoli, una delle città che ne hanno fatto la storia. La disciplina degli scacchi come veicolo di conoscenza.

“Mare nostro” per i romani; “Mare bianco” per i turchi; “Grande mare” per gli ebrei”; “mare di mezzo” per i tedeschi”, “Grande verde” per gli antichi egizi, il Mediterraneo ha avuto nella sua storia nomi diversi che a loro volta hanno individuato  fasi ed epoche distinte . Con il passare  dei secoli questo mare, che fu luogo di incrocio e scambio per antiche culture e civiltà; che ha attratto i più grandi poeti, da Omero al Premio Nobel Eugenio Montale il quale, nel suo poemetto “Mediterraneo” ne fa una allegoria della sua stessa condizione esistenziale, è diventato sempre di più  luogo di conquista per avventurieri, mercanti, corsari, militari, ed oggi per migranti spinti a solcarlo dalla disperazione. Ha assunto, insomma, nell’immaginario collettivo un carattere spiccatamente  “maschile” ed aggressivo. 

Ma non è sempre stato così. Per secoli, nelle civiltà dei paesi che si sono affacciate sulle coste del Mediterraneo, ha trionfato un culto femminile, quello della  Magna Mater, la  Potnia “kourotrophos” (allattatrice del figlio). E non poteva che essere così dal momento che questo mare  è ricco di isole . E le isole – come scrive la saggista Neria De Giovanni – con l’acqua che le circonda, sono  potenti simboli del femminile terrestre penetrato dall’onda maschile.

Anche secondo  il poeta marocchino Mohammed Bennis “La storia della cultura mediterranea non solo prevede lo scambio, ma gli assegna una funzione di creazione”.

E proprio tale scambio creativo, che perpetua l’essenza del Mediterraneo in quanto dimora comune, in un tempo in cui l’atteggiamento di chiusura è dominante, è ciò che l’Ambasciatore Mario Boffo ha perseguito nel suo ruolo di diplomatico e ha saputo comunicarci  nei suoi libri e saggi. Perché le lettere, le arti, le dottrine filosofiche, mistiche e scientifiche anche a questo debbono servire: a condurci verso un Mediterraneo di ospitalità.  

Tale sua   propensione già emerge nel bellissimo saggio scritto sullo Yemen durante la  lunga esperienza come Ambasciatore d’Italia in quel  Paese, fra il 2005 e il 2010: “Yemen l’eterno. Un viaggio emozionale nella vita e nella storia” (Stampa Alternativa, 2019). In esso Mario Boffo approfondisce la straordinaria storia dell’Arabia Felix, stupisce per i suoi miti, si emoziona per i paesaggi impensabili, i volti delle persone che vi abitano e racchiudono nell’espressione il senso di una civiltà millenaria. E ciò  giustamente, perché  come Joseph Campbell sostiene in “Mito e Modernità” è proprio  nei miti che  risiede quel tipo di saggezza che ha permesso agli uomini di sopravvivere nel corso dei millenni e che perfino nel nostro vivere quotidiano dimostra  il legame con le diverse tradizioni del passato. Se fossimo meno superficiali, più attenti, certamente scopriremmo residui del mito nelle nostre azioni, nei nostri sentimenti, nei labirinti della psiche; così come echi antichi si trovano anche nei moderni miti del progresso scientifico.

Ma la capacità di decifrare la storia del  Mediterraneo sapendone anche leggere i miti quali componenti fondamentali di una civiltà antichissima, è in Mario Boffo non solo acquisito, grazie a studi profondi, ma in gran parte connaturato. Egli è nato infatti ed ha fatto i suoi studi a Napoli che poggia le sue origini storiche fondanti su riti orfico – dionisiaci e isiaci che hanno lasciato una rilevante energia esoterica nel mondo culturale partenopeo  dando il via alla tradizione Esoterica, Ermetica e Alchemica della città. 

Oltre alla tradizione egizia, (il Corpo di Napoli è caratterizzato dalla presenza della statua dedicata al Dio Nilo che ricorda il passaggio degli Alessandrini d’Egitto, sbarcati nel II secolo d.C.) albeggiò a Napoli anche la Scuola Pitagorica che trasmetteva il misticismo, l’armonia e l’esoterismo di Pitagora, mistico d’importantissimo spessore, custodendone  gli arcani simbolismi. Alla base di queste diverse tradizioni esoteriche nella città partenopea ci fu la ricerca diretta al vero sapere, alla sophia, cioè la conoscenza intesa come fonte di saggezza, capace di contenere e riassumere lo scibile. Forte di queste profonde tradizioni, il periodo medievale vide germogliare a Napoli una importante  scuola ermetica  dedita all’alchimia di cui Giovanni Battista Della Porta, filosofo, scienziato e naturalista oltre che pregevole alchimista, fu tra i più importanti rappresentanti di cui si ricordano sia il De distillationibus, sia il De Aeris transmutationibus, ritenuto il suo testamento ermetico. Il Della Porta, fondatore dell’Accademia dei Segreti e membro l’Accademia degli Oziosi, frequentate da Ferrante Imperato, Giulio Cesare Capaccio, Giambattista Basile e dal marchese Giovanni Battista Manso, profuse grande lavoro intellettuale per trasmettere i risultati di una ricerca intesa a svelare le forze vitali della natura. Così come altra importante figura del panorama esoterico napoletano è stato il nolano Giordano Bruno, filosofo e mago, studioso degli insegnamenti tradizionalmente sapienziali di Ermete Trismegisto e di Cornelio Agrippa il cui  pensiero ermetico filosofico tendeva all’utilizzo del potere cosmico, oltre che ad armonizzare l’uomo alla sfera del soprannaturale. Ed è per queste sue eccezionali ricerche, allora incomprese, ma oggi riprese anche dagli studi della fisica quantistica sulla  coscienza, che  fu  arso al rogo a Campo dei Fiori a Roma. 

In tutto questo irrompe, e di tutto questo si nutre, nella visione dell’autore, la nobile disciplina degli scacchi, che proprio a Napoli conobbe Accademie di straordinaria importanza e vitalità, soprattutto nel XVI e nel XVII secolo, di cui la città ancora conserva tradizione e valore. Proprio nell’ultimo libro di Mario Boffo (“Il cavaliero errante”, Castelvecchi Editore, Roma, 2022), romanzo storico-ermetico, le straordinarie energie del Rinascimento emergono, si fondono e si rispecchiano nel nobil giuoco, che in quei meravigliosi e caotici tempi si fa “perfezione d’intenti e intento di perfezione”. Nel romanzo, le varie componenti delle ricerche storiche ed ermetiche dell’autore, si sommano e si amplificano: se i Tarocchi, altra grande disciplina sviluppata in Italia, insegnano a confrontarsi con Dio e con il Destino, gli scacchi tentano di imporre ordine e disciplina nell’universo terreno, e per questo sono coltivati in tutte le corti d’Europa.

Dal “nobil gioco” emerge un altro tema a lui caro, quello del  femminino sacro, che prima dei grandi imperi mediterranei, prima dei monoteismi patriarcali, aveva irraggiato l’esistenza di uomini e donne nel Mediterraneo, e i cui echi si colgono nel suo precedente libro “Femmina strega”, pubblicato nel 2018 in seconda edizione da Stampa Alternativa Nuovi Equilibri. Non è casuale, negli scacchi, che il pezzo più forte sia la Donna; non è casuale che proprio nel Cinquecento l’evoluzione del gioco ne abbia valorizzato la forza e le potenzialità. Del resto, non accadeva anche nella società, dove le donne eccellevano nell’arte e nella letteratura, come Veronica Franco, Vittoria Colonna, Sofonisba Anguissola, e nella politica, come Isabella d’Este, Isabella d’Aragona, Maria Stuarda?

S’intrecciano inoltre nel libro vicende di fondamentale importanza storica europea e mediterranea, come la battaglia di Lepanto, perfettamente descritta e ricreata per quanto concerne anche la  tecnica guerresca, così come lo sono le scelte linguistiche che Boffo fa rivivere nelle missive che il protagonista invia o riceve dai  personaggi che incontra  Tutte queste molteplici e fondamentali componenti nel romanzo  accompagnano l’evoluzione spirituale e morale del personaggio storico Giovanni Leonardo Di Bona, noto anche col nome di Leonardo da Cutro detto il Puttino, lo scacchista italiano nato a Cutro nel 1533 e morto a Taranto nel 1578 che  Mario Boffo fa agire nella vita di quel sedicesimo secolo, tra fervore religioso, discipline ermetiche e spinta verso il futuro. 

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