Paolo De Caro

L’opera montaliana è stata oggetto di una fedeltà di lungo corso da parte di Paolo De  Caro. Dapprima con Ludere pro eludere (1994), tempestivamente dedicato al Diario  postumo, De Caro ha di seguito affrontato la lettura dei testi montaliani in versi e in  prosa con estrema cura per l’indagine dei dati biografici e documentali, offrendo i  risultati delle sue ricerche in lavori oggi a ragione considerati imprescindibili: Journey to  Irma (1996 e 1999), Irma politica (2001), Invenzioni di ricordi. Vite in poesia di tre  ispiratrici montaliane (2007), Quel giorno troppo folto di Montale. Lettura di Eastbourne (2011), e infine Ma se ritorni non sei tu e altri saggi montaliani (2023).  L’interesse di De Caro si è rivolto in particolare alle muse montaliane, ricostruendo – sulla base di percorsi originali, di ricerche d’archivio e della rilettura delle fonti già edite  – il profilo storico delle figure femminili che hanno animato e ispirato la scrittura  montaliana: Anna Degli Uberti, Paola Nicoli, Maria Rosa Solari e, soprattutto, Irma  Brandeis. De Caro offre ai suoi lettori risultati proficui e convincenti basati su un  metodo di ricerca sempre fondato sulle fonti storiche, dalla cui solidità è in grado di  estendere capillari ed esaustive proposte interpretative e critiche. 

Le sue ricerche hanno così permesso di guadagnare innovative ed essenziali proposte  di lettura, anche riguardo ai testi montaliani più complessi (come Iride e La primavera  hitleriana), senza rinunciare ad affrontare i passi da sempre ritenuti più oscuri e ardui  dalla critica. 

Per questi motivi abbiamo deciso di conferire il “Premio Montale Fuori di casa” per la  sezione Saggistica a Paolo De Caro.

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