Emilio Giannelli

In un mondo in cui l’odio sembra essere diventato il sentimento dominante, il livore, l’ostilità, si scatenano sempre più spesso, anche per banali motivi, talora complice l’anonimato che il web concede; in un momento storico come quello che stiamo vivendo in cui si deride con cattiveria l’altro, si cerca di metterlo alla berlina per fargli del male, annientarlo, si sghignazza, si sberleffa, si digrigna il volto e sempre più, per smuovere al riso  ci si esprime come gli scurrili diavoli di Malebranche, le vignette del disegnatore e vignettista Emilio Giannelli che dal 1991 arricchiscono la prima pagina del “Corriere della Sera”, sono come una boccata d’aria fresca, ci fanno sorridere in un’epoca in cui si sorride sempre meno. Sorridere infatti è difficile: il sorriso nasce dall’intelligenza, dall’ironia, non dall’odio e non prescinde mai, almeno da parte di chi dell’uomo conosce le virtù, anche da una certa  comprensione dei suoi “umani vizi”. Insomma, proprio perché la capacità di “castigare ridendo mores” di oraziana memoria, sembra essersi perduta, siamo ancora di più grati a chi, come il disegnatore e vignettista Emilio Giannelli, con il suo stile british, con il suo lapis appuntito ma non avvelenato, da 28  anni ci accompagna a leggere la realtà sociale, umana e politica del nostro Paese, e non solo. E lo fa usando la sua matita come un fioretto, mai come una mazza; con essa piroetta veloce. Sa infatti che – come è stato scritto –  “la rapidità è come la salsa, stuzzica l’appetito del ridere”, che la brevità, la condensazione, sono condizioni essenziali del motto di spirito. In un tempo in cui tutte le cose sono così veloci, la vignetta, usando il linguaggio della satira, del paradosso e dell’ironia risponde a questa esigenza, perché ha quel potere di sintesi che un articolo non può avere. Mentre infatti il disegno può  alludere, un articolo ha bisogno di essere letto e compreso, meditato, più che intuito.

In questo senso la vignetta è più simile al calembour, richiede velocità di comprensione e senso ironico. Come Eugenio Montale anche Emilio Giannelli ha ben compreso che “la vita oscilla tra il sublime e l’immondo con una propensione per il secondo” ma altrettanto bene  sa che “La vignetta si guasta se si bagna nel rancore”.

L’intelligenza dell’artista che oggi premiamo è dunque quella di “farsi bastare le parole del soggetto da proporre. Sono le sue parole che divengono perfette per la caricatura. Con esse gli faccio la barba col suo stesso pennello”.

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