Premio Speciale Montale Fuori di Casa a Leonardo Nava per la sua opera GENESI
“Qui non si narra la Genesi, qui si vede la Genesi. Che è una cosa diversa, perché questa materia magmatica suggerisce molteplicità di cose. Non vedremo i pianeti che diventano tali, ma un qualcosa che si sta organizzando sotto i nostri occhi: il caos indistinto della massa di vetro diventa man mano colore distinto, “cosa” distinta, …………..La materia dell’artista si organizza secondo il suo volere. Questi sono gli aspetti che rendono quest’opera analoga alla Genesi: genesi umana, che è sempre specchio della Genesi divina”.
Così scrive il critico Marco Meneguzzo del progetto delle sei vetrate illustrative del racconto biblico del primo libro della Genesi relativo ai sei giorni della creazione realizzate dall’artista Leonardo Nava per la famosissima chiesa di Gio Ponti, San Francesco al Fopponino a Milano, ideata negli anni settanta del Novecento sull’area dell’antico cimitero del Fopponino. Un edificio innovativo negli anni settanta del novecento così come lo è ancora oggi, per quella pianta ad esagono irregolare (la forma prediletta da Ponti) e per la facciata traforata che inquadra e lascia intravedere il cielo, al suo interno illuminato da grandi vetrate .
A quelle già esistenti se ne aggiungono ora le prime tre delle sei che Nava ha progettato immaginando visivamente il racconto biblico che – come egli stesso scrive – gli ha colpito profondamente l’anima per l’essenzialità e la forza che il testo della Genesi possiede.
E’ stata proprio l’energia straordinaria di quelle poche parole, immediate e dirette, ad aver guidato Leonardo Nava nel dare forma e realtà alla forza in esse contenuta.
Pur essendo ancora artisticamente giovane, già in passato Nava ci ha stupito per alcune sculture abbinanti materiali fra loro profondamente contrastanti: leggerissimi vetri soffiati incastonati su alberi in bronzo patinato fortemente ancorati a basi di pietra, piccoli nidi di uccello quasi nascosti nelle pieghe di vasi in pasta di vetro, sino ad arrivare a quella famosa installazione “ Radicamenti” realizzata sull’edificio dell’ex Chiesa di San Sisto che ospita lo studio Museo di Francesco Messina di Milano. In maniera quasi visionaria il professor Flavio Caroli la definì come un “serpentone naturale che avvolge, stritola e forse intenderebbe ingoiare una solida strutturata architettura classico barocca”.
Per la sua realizzazione Nava ha utilizzato la sua energia per intrecciare più di 5.500 bastoni di nocciolo. Protagonista di questa incredibile installazione è la Natura che “attraverso l’opera torna a manifestarsi nello spazio con tutta la sua originaria energia”; così scrive Nava. Ed è proprio l’Energia che contraddistingue le sculture, le installazioni di questo artista che con le sue creazioni rende magicamente evidente ciò che la fisica, da Einstein in poi, ha cercato di farci comprendere razionalmente: energia e materia sono solo due diversi aspetti, due stati di una stessa realtà che può mutare a suo piacere. E anche la scultura di Leonardo Nava è anzitutto trasposizione di energia, come ben possiamo intuire guardando la sua ultima opera Genesi. Un’Energia che è tutt’uno con il Caos da cui Dio – come è scritto in Genesi 1 e 2 – creò l’Universo”. Nella Bibbia si legge infatti: “La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano il caos”. Per citare ancora lo storico dell’arte Flavio Caroli: “Caos vuol dire energia. Leonardo Nava traspone energia. Lotta con l’informe. Così l’informe diventa energia. L’energia diventa forma”.