Rita Imperatori

Per la sua poesia intensa ed universale che esprime in modo profondo, pur se apparentemente semplice, una sincera pìetas nei confronti degli esseri umani e degli altri animali che insieme sopportano il peso di un’esistenza sempre capace di stupirci per la perfezione e la vanità del tutto. Mistero nella poesia della Imperatori è lo scorrere del tempo che rapisce ma non annichilisce emozioni, sensazioni, amori e dolori.

Mistero la “corrispondenza d’amorosi sensi” che, superando le barriere della specie, sà annodare con gli “altri animali”, intrecciando con essi un intenso dialogo muto.

Questa poetessa umbra che del Lathe biosas, del “vivi nascosto” di Epicuro, ha fatto il mantra della propria vita, ci ha abituato negli anni ad accogliere le sue poesie come altrettanti miracoli laici, come direbbe Eugenio Montale. Volutamente uso l’espressione “miracoli” per definirle perché l’enorme difficoltà della poesia consiste proprio nel  “far capire quel quid al quale da sole le parole non arrivano”, cosa che  raramente accade. Quel  quid  che si raggiunge con la forma poetica, con la struttura generale del testo, con il ritmo, l’armonia della versificazione. 

La poesia, tuttavia, per citare ancora il Premio Nobel ligure, è solo  “una delle tante possibili positività della vita”, non l’unica.

Ed infatti l’esistenza della poetessa che premiamo è ricca di molte altre “positività”, che emergono dalle sue raccolte poetiche, senza che essa ne faccia sfoggio. La sua empatia nei confronti degli “altri animali” si allarga alla natura che la circonda, di cui rispetta i ritmi, accordandosi ai cicli delle stagioni, al nascere e morire di ogni cosa. 

Dalla terra umbra che le ha dato i natali e alla quale è legata da profonde radici, la Imperatori ha tratto la forza di combattere, ma anche la gentilezza, il senso vero dell’amicizia e della dignità umana, altro valore assai caro a Montale. In generale una suprema saggezza emerge dalle sue raccolte poetiche, giustamente distanziate nel tempo e meditate, così come si addice alla vera poesia che, per Eugenio Montale è: “un valore, un mezzo per realizzare sogni e illusioni, per dare comunque un senso alla propria esistenza”.

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