Il Premio Montale Fuori di Casa nasce nel 1996, come premio al giornalismo di viaggio, per ricordare il Montale giornalista, che ci ha lasciato indimenticabili pagine di viaggi da lui compiuti in varie nazioni d’Europa. Collaboratore già dal 1946 del “Corriere d’informazione” e del “Corriere della Sera”, per queste testate Montale viaggiò a lungo in Europa, in Medio Oriente e negli Stati Uniti e scrisse una serie di reportage, pubblicati sul “Corriere della Sera”, nei quali possiamo ritrovare molti aspetti della sua incredibile personalità. I luoghi, le persone che ha incontrato e intervistato, gli avvenimenti storici ai quali ha partecipato (come il viaggio del papa Paolo VI in Terra Santa) sono raccontati con gli occhi del viaggiatore curioso, con la sensibilità del poeta e la capacità di indagare del giornalista e offrono al lettore quei dettagli e quelle sensazioni che rendono unico ogni brano.
Su proposta di Raffaele Mattioli, Montale ripropose alcuni di questi brani in un volume dal titolo “Fuori di casa”, uscito la prima volta nel 1969 per Ricciardi e riedito nel 1975 da Mondadori.
Negli anni il Premio Montale Fuori di Casa è cresciuto, da Sarzana, dove è la sua sede storica, si è allargato alle tre città dove Montale ha vissuto: Genova, Firenze e Milano. Qui vengono assegnati i Premi di varie sezioni (Sezione Giornalismo, Sezione Ligure, Sezione Mediterraneo, Sezione Montal/Arte, Sezione Saggistica, Narrativa, Poesia di Viaggio e da quest’anno la Sezione Milano e il Senso Civico e la Sezione Il Genio delle Donne ); centrale però è sempre rimasto il tema del Viaggio. Questo criterio ci ha guidato, ogni anno, anche nella scelta dei nostri premiati, sia che essi avessero scritto di viaggi reali, sia in senso lato o metaforico: viaggio nella Storia, nell’Arte, nella Bellezza, nel Gusto ecc..
Il viaggio è infatti la metafora più semplice per descrivere il cammino umano. Homo Viator: siamo tutti viaggiatori nella vita, ma solo alcuni si chiedono dove porti e se abbia o no un senso, questo viaggio. Molti, assai di più, sono “gli uomini che non si voltano”, quelli che si accontentano di credere che “la realtà sia quella che si vede”. Per Montale invece “tutte le immagini portano scritto: più in là”, rimandano cioè ad un mistero più grande, che trascende la realtà che ci circonda.
“Sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare se ne va
né sosta mai :perché tutte le immagini portano scritto; più in là”.
(Maestrale da “Mediterraneo)
E forse non è un caso, se, meglio di tanti critici letterari, è stato un uomo di Chiesa, il Cardinale Carlo Maria Martini, a comprendere quell’incessante desiderio di interrogare la vita, che ha accompagnato il laico Montale nella sua esistenza. Da poco Vescovo di Milano nel 1981, Martini, celebrandone in Duomo i funerali, nell’omelia si soffermò sulla continua ricerca di assoluto che aveva caratterizzato la vita dell’uomo Montale affermando che: “Eugenio Montale è stato uno di quegli uomini in cui si è riconosciuta tanta parte di noi, della nostra inquietudine e della nostra ricerca. Perché egli ha avuto il dono di scavare a fondo nella vita dell’uomo, di esprimere cose che ciascuno di noi sente dentro ma non riesce a dire, perché le parole quotidiane sono troppo povere”.
In effetti Montale, convinto com’era, che la vita abbia un significato che ci sfugge, non ha mai smesso di “bussare alla porta dell’impossibile”. Come egli stesso affermò in una dichiarazione rilasciata nel 1965: “Ho bussato disperatamente come uno che attende una risposta”.
E anche la nipote prediletta di Eugenio Montale, la professoressa Bianca Montale, attesta questa continua ricerca spirituale dello zio: «Tutta la vita ha cercato le tracce della presenza di quell’Invisibile di cui si sentiva amico. Ma gli è mancata la “folgorazione” della fede, senza la quale è difficile razionalmente comprendere tante cose della Chiesa. Per questo, a mio avviso, lo zio era un cristiano senza dogmi. Nel 1917 nel suo diario scrive: “Da tre giorni il dubbio mi par pazzesco, la ragione uno strumento diabolico! Davvero che la Fede è grazia e non si può averla senza una completa sfiducia nelle capriole della logica. Il dubbio è antifilosofico”. È soprattutto negli ultimi anni che questa sua ricerca diventa più pressante. Scrive meno, quasi nulla per via della malattia. Ma parla. Voleva sapere, conoscere. Trascorrevamo giornate intere a discutere, ad esempio, del Bene e del Male, delle eresie del II secolo dopo Cristo. Non erano discussioni astratte, ma come se volesse avvicinarsi e comprendere questo Altro» (Paola Bergamini 11 novembre 2014).
Il desiderio di spingersi “più in là”, di andare oltre quella muraglia “che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”, di sapere se qualcosa, e, se sì, cosa, ci attende dopo questa esistenza terrena, “quale sortiremo, se lieta o triste”: questo è dunque il messaggio più profondo che ci lascia Montale.
Ed proprio questo sarà il tema conduttore del Premio Montale Fuori di Casa 2017 . Insieme ai premiati delle varie sezioni ci interrogheremo sul mistero della vita, ma cercheremo anche di capire come sta cambiando il mondo, cosa attende la nostra società nel futuro, prossimo o lontano.
Le date ed i Premiati della XXI Edizione:
– il 10 febbraio a Genova, presso la Sala della Società Ligure di Storia Patria di Palazzo Ducale, il poeta, saggista e giornalista, professor Enrico Testa per la Sezione Ligure;
– l’ 11 marzo a Genova presso l’Auditorium del Galata Museo del Mare, lo scrittore e ideatore delle scuole Penny Wirton, Eraldo Affinati per la Sezione Mediterraneo; la premiazione verrà ripetuta il 30 marzo a Roma presso la Sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio, Camera dei Deputati;
– il 12 aprile a Firenze, presso il Gabinetto Vieusseux, al saggista Paolo Lagazzi il Premio Speciale;
– il 27 aprile a Milano, presso la Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani, il giornalista e scrittore Massimo Gramellini per la Sezione Giornalismo;
– il 7 maggio a La Spezia, presso il Castello San Giorgio, al teologo Vito Mancuso il Premio Speciale;
– l’ 11 maggio a Milano, presso la Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani, il saggista, poeta e giornalista Marco Garzonio per la nuova Sezione Milano e il Senso Civico;
– l’ 8 giugno a Firenze, presso il Cinema La Compagnia del Consiglio Regionale della Toscana, la nuova Sezione Il Genio delle Donne, all’attrice e regista Laura Morante e alla giornalista Lucia Goracci;
– il 1 luglio a Sarzana, presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale, lo psichiatra e scrittore Vittorino Andreoli per la Sezione Narrativa;
– il 12 agosto a Sarzana, in Piazza De Andre’, il giornalista e saggista Federico Rampini per la Sezione Saggistica e l’artista Paolo Treni per la Sezione Montal/Arte Giovani;
– il 28 settembre a La Spezia, presso la Centrale ENEL “Eugenio Montale”, al giornalista scientifico Riccardo Oldani il Premio Speciale.