Nell’assegnare la sezione Satura del “Premio Montale Fuori di Casa” ad Alessandro Bergonzoni è bene farlo ritornando al suo significato latino originario: Satura lanx.
Un termine arcaico e misterioso ad indicare un piatto misto di primizie della terra destinate agli dei che all’aggettivo satur, “pieno”, univa il senso dell’avverbio “satis” la cui radice implica il concetto di varietà, abbondanza, mescolanza.
Solo così possiamo rendere il giusto omaggio alla genialità di questo attore del teatro dell’assurdo, scrittore drammaturgo, comico e cabarettista che da più di trent’anni ci travolge con il suo stile surreale; di questo funambolo che gioca arditamente con le parole e con i suoni, scavando per recuperarne i significati originari, spesso assai diversi da quelli che il tempo e l’abitudine hanno loro cucito addosso, come una camicia di forza che va strappata per riportarne alla luce la vera essenza. Il fine che Bergonzoni si prefigge non è quello puramente comico di suscitare nel suo pubblico un riso immediato e inconsapevole quanto piuttosto di spingerlo allo sforzo di “intelligere” cioè “intendere”, “concepire”, “comprendere”.
Non per nulla, egli stesso ha affermato di considerare le sue incursioni nella comicità, nella satira e nell’assurdo “boccate d’aria fresca, in un mondo che ci asfissia con le sue seriose stupidità e le sue stupide seriosità”.
Il pubblico, che da tanto tempo lo segue fedelmente in ogni suo spettacolo, così come acquistando i suoi libri, non si limita a ridere ma riesce anche pensare e ciò avviene perché la comicità di Bergonzoni comicità non è mai solo e semplicemente satira, ma ha a che fare con la follia e la surrealtà. Come egli stesso afferma: “non faccio giochi di parole, le parole giocano con me, le faccio deflagrare nella loro potenza”.
E quelle che più ama sono forse anche le più difficili da pronunciare e interpretare: arte, poesia, anima. Solidarietà. Perdono, rispetto, silenzio, giustizia, Pace.
Artista impegnato nel sociale Bergonzoni ha infatti più volte spiegato come per lui sia fondamentale prendere «p’arte», raccontare cioè l’arte e il teatro andando anche nelle scuole e nelle carceri, per far vedere il rapporto che c’è tra arte e scienza, tra dolore e bellezza. Ma anche raccontare gli abbinamenti che l’arte deve fare con la vita e la vita con l’arte mettendo nel lavoro sacralità, coscienza, bellezza. Per questo negli anni Duemila ha collaborato come testimonial con la Casa dei Risvegli – Amici di Luca De Nigris, struttura dedicata alla ricerca sul coma e alla riabilitazione.
Ha fatto incontri con una persona affetta dalla sindrome locked-in, che sentiva e vedeva ma non poteva muovere nessuna parte del corpo. Ha portato nelle facoltà di medicina il corpo devastato, il corpo piegato, e ha regalato una scultura che ha chiamato la «lesion d’onore».
In questo modo ha fatto comprendere a tutti che la comicità può avere un valore più alto, una sua funzione catartica e può intervenire nella medicina e quindi nella società. E nel 2022 ha anche meritato il premio Cultura della Pace per aver saputo trasmettere e leggere la realtà con quel giusto spirito critico che permette di vivere con coscienza attiva i giorni della nostra esistenza.
Oggi giustamente gli viene assegnato il Premio Lanx Satura per aver riportato la Satira al suo senso originario.