Tematica 2025

Prof.ssa Adriana Beverini Presidente Premio Montale FDC

In questo anno 2025 ricorrono due importanti anniversari; cinquant’ anni dall’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura ad Eugenio Montale avvenuta a Stoccolma il 10 dicembre 1975 e cento anni dalla pubblicazione del suo primo volume di poesie “Ossi di seppia” (Gobetti editore 1925 ). Cercheremo di onorare queste due ricorrenze offrendo, a chi da anni segue il nostro Premio, nelle sue varie sezioni, un programma culturale a vasto raggio.

Desidero iniziare queste mie brevi righe riportando un passaggio dello storico discorso che Montale tenne a Stoccolma il 12 dicembre, due giorni dopo aver ricevuto il Nobel:

Ho scritto poesie e per questo sono stato premiato ma sono stato anche bibliotecario, traduttore , critico letterario e musicale e persino disoccupato per riconosciuta insufficienza di fedeltà a un regime che non potevo amare”.

In queste righe nelle quali riassume quasi tutta la sua vita però Montale omette di ricordare- immaginiamo volutamente- il suo trascorso di giornalista. Perchè? .

Forse perchè – come ironicamente affermò-: “il giornalismo sta alla letteratura come la riproduzione sta all’amore.”

Tuttavia Montalesapeva che“in qualche caso i due fatti possono coincidere”;ed è proprio questo che accadde in quella fase della sua vita dal 1948 in poi in cui egli visse a Milano e che si identifica con il “Corriere della sera ” per il qualescrisse millecento articoli e di cui fu firma di spicco sino almeno al 1973 (anche dopo essere stato collocato a riposo nel 1964).

Come ricorda Giovanni Spadolini “Giornalista Eugenio Montale lo è stato senza snobismi, senza puzza sotto al naso, senza l’aria rassegnata di chi deve scegliersi un secondo mestiere per campare.”

Fu infatti proprio grazie al giornalismo se a 51 anni, finalmente, ottenne il tanto desiderato e inseguito posto fisso.E se per il Corriere dell’Informazione (giornale quotidiano del pomeriggio) Montale che sin da giovane aveva amato la musica e studiato da baritono, dal 1954 al 1967 fu critico musicale, mostrando nei suoi scritti profonda competenza e sensibilità, anche come critico d’Arte ebbe uno speciale intuito. Benché infatti si sia definito “pittore domenicale e incompetente critico” in realtà svolse entrambi questi ruoli ad un buon livello. Molto attratto dalla pittura mostrò infatti ,sia nei suoi dipinti che negli scritti sull’arte particolare sensibilità per la funzione del colore, della luce e della forma.

Ma come egli affermò nel suo discorso a Stoccolma è per la poesia che è stato premiato con il Nobel e la motivazione di tale illustre premio ci dice che lo ha meritato”per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita prima di illusioni”.

E per tale motivo che nell’anno 2025 il Premio Montale Fuori Di Casa darà uno spazio maggiore alla Poesia rispetto agli anni scorsi attribuendo quattro premi: il primo a Milano per la Poesia nazionale a Guido Oldani il 2 Aprile, il secondo il 30 Aprile a Prato per la sezione Poesia Religiosa a Massimiliano Bardotti; il terzo a Genova il 30 maggio per la sezione Ligure- Apuana a Maurizio Gregorini, e un quarto a Udine per la Poesia internazionale al poeta cinese Zhao Lihong per la sua ultima silloge “Dolori” curata e tradotta in italiano da Flaminia Cruciani e Marco Sonzogni .

Finisco ricordano che Montale, pur essendo stato un grande poeta, capace forse come nessuno di interpretare la crisi dell’uomo contemporaneo e il suo male di vivere, ci ha lasciato di se stesso un’immagine lontana da ogni tipo di trionfalismo. Nella poesia “Per finire” in un tono umile ma anche sarcastico, eccolo infatti raccomandare ai suoi posteri di fare un bel falò di tutto ciò che riguarda la sua vita, i suoi fatti, i suoi non fatti ,perchè:Non sono un Leopardi, lascio poco da ardere. Ed è già troppo vivere in percentuale. Vissi al cinque per cento , non aumentate la dose”( Diario del ’71 e del ’72) .

Fortunatamente i posteri non hanno dato seguito a questo suo desiderio . E noi tanto meno.

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