Premio Montale al Viaggio 2018

Assegnazione del Premio Montale al Viaggio 2018 a David Bellatalla

MOTIVAZIONE

Il XXII Premio Montale al Viaggio viene assegnato all’antropologo e viaggiatore David Bellatalla. Grazie ai viaggi da lui compiuti in più di cento Paesi europei ed extraeuropei, agli studi e alle ricerche etnografiche ed etnologiche svolte particolarmente in Oriente, Bellatalla ha espresso al massimo grado quell’ansia di conoscere e di spingersi sempre più lontano, che caratterizza l’animo ligure.

Con la pubblicazione del volume “Sull’Altopiano dell’io sottile” (Montura Editing – Tasci S.r.l. 2016) Bellatalla ha condotto uno scrupoloso lavoro di edizione dei diari dattiloscritti che il capitano Eugenio Ghersi, suo Maestro spirituale e mentore, compilò nel 1933 in qualità di membro delle spedizioni scientifiche nel Tibet. Nel fare ciò Bellatalla ha consegnato alla comunità scientifica un documento e un apparato fotografico eccezionali, forse unici per il recupero, almeno conoscitivo, di un patrimonio culturale e artistico purtroppo andato perduto.

Con il Premio a David Bellatalla si intende unire in un unico omaggio, oltre all’antropologo spezzino, altri due grandi liguri che al senso ultimo e profondo del Viaggio e del Viaggiare hanno dedicato parte della loro vita: l’Ammiraglio Eugenio Ghersi e il Premio Nobel Eugenio Montale.

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Il Tibet riscoperto La seconda vita di Giuseppe Tucci

Il reportage 85 anni fa la prima spedizione scientifica sull’altopiano, immortalati dall’operatore imperiese Eugenio Ghersi. Al Ducale una proiezione storica

Esploratore, archeologo, etnologo, grande viaggiatore e ora – a novant’anni dalle sue avventure – “stella” internazionale riconosciuta nel mondo. Passerà anche da Genova, la seconda vita di Giuseppe Tucci, l’antropologo del secolo scorso considerato il fondatore della “tibetologia” contemporanea. Lunedì prossimo, 12 marzo, Palazzo Ducale ospiterà la prima proiezione in sessant’anni del filmato girato durante la sua prima spedizione scientifica in Tibet, datata 1933. Quaranta minuti praticamente inediti, curati dall’allora “videomaker ante litteram” imperiese Eugenio Ghersi e dimenticati nelle teche di pochi fortunati per decenni, che oltre a documentare il lavoro degli studiosi italiani di quel tempo hanno impresso su pellicola tutto quello che ai piedi dell’Himalaya non c’è più, spazzato via dalla dominazione cinese che ha cambiato la storia del “Paese delle Nevi”.

Al via alle ore 17, 30, organizzata dalla Sezione Ligure del Cai e dall’Aics proprio nei giorni nei quali a New York la figura di Tucci viene celebrata da una mostra dell’Asia Society, il più importante think- tank americano di studi sull’Oriente, uffici in tutto il mondo e un museo sulla Park Avenue di Manhattan, la proiezione genovese permetterà insomma di riscoprire dopo quasi un secolo di oblio viaggi e montagne, i monasteri e danze tribali, i religiosi e le vesti eleganti delle donne di Gartok, «pure uno sciamano che fa la danza delle spade, la tradizionale danza di benvenuto di quel Tibet andato perduto e distrutto dal 1950 in poi», spiegano i curatori dell’iniziativa. Ma ha soprattutto il merito di riportare alla luce «l’unico filmato su quella spedizione rimasto pressoché integro», viene fatto notare, visto che quello realizzato da Fosco Maraini tra la fine degli anni Trenta e l’inizio dei Quaranta del secolo scorso sono andati distrutti o dispersi.

E mentre l’altro atteso “protagonista” di serata sarà anche lo stesso Eugenio Ghersi, il documentarista – e ufficiale di Marina, esploratore, fotografo, alpinista ligure del Cai di Imperia – che della spedizione di Tucci fu occhio e memoria, narratore di luoghi, popoli e riti scomparsi, lunedì prossimo a Genova al viaggio alla scoperta di quel Tibet perduto di uniranno altri studiosi con il gusto per l’avventura, relatori dell’incontro che seguirà la proiezione. Tra questi Emanuela Patella, direttore scientifico del Celso Istituto di Studi Orientali-Dipartimento Studi Asiatici, David Bellatalla, docente di Antropologia culturale e audio-visuale alla Mongolian National University di Ulan Bator, e Adriana Beverini, presidente del Premio Montale Fuori di Casa, che per l’occasione consegnerà il Premio al Viaggio proprio a Bellatalla. Anche e soprattutto in memoria di Tucci e Ghersi.

Inserita nel cartellone degli eventi Cai del mese, che vede in programma nei prossimi giorni anche la presentazione di “Finale ‘68” (il film dedicato alla storia dell’esplorazione delle falesie di Finale Ligure, il 22 marzo alle 21 nella sede del Cai in Galleria Mazzini) e del progetto fotografico dedicato alle Apuane dal fotografo Maurizio Papucci (il 29 marzo, sempre alle 21, ancora nella sede della Ligure), questa riscoperta del Tibet più affascinante perché perduto rappresenta però anche un nuovo, fondamentale “ponte” tra l’Italia e l’America nel nome dell’antropologo con l’avventura nel sangue.

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