“Una lunga fedeltà” come già fu per Contini segna l’attività di Gianfranca Lavezzi nei confronti dell’opera di Eugenio Montale sia per studi sia per edizioni. Una particolare attitudine di Gianfranca Lavezzi, esponente di spicco della scuola pavese (allieva di Franco Gavazzeni e Maria Corti), è stata quella di offrirci sempre un contributo decisamente innovativo nei confronti di Montale: come editrice e curatrice di suoi testi ci ha permesso di conoscere un Montale “inedito”, così è stato con la raccolta degli scritti musicali Prime alla Scala (1981), che anche è stato l’ultimo volume ad essere licenziato da Montale stesso ancora in vita; poi ripreso nell’edizione dei Meridiani Mondadori (coordinata da Giorgio Zampa), con l’importante addenda degli Altri scritti musicali. Ma anche si deve a Gianfranca Lavezzi (in collaborazione con Renzo Cremante) l’edizione di un volume di versi postumi (La casa di Olgiate e altre poesie), ritrovati tra le carte del poeta lasciate a Gina Tiossi e da questa trasmesse al Centro Manoscritti di Pavia.
In oltre quarant’anni di ricerche lo scandaglio che Gianfranca Lavezzi ha esercitato nel predetto centro studi pavese ha prodotto una serie di contributi fondamentali in ordine agli ‘scartafacci’ montaliani, con puntuali ed elaborate ricostruzioni della genesi dei testi, analisi della sottile variantistica e degli aspetti metrici, in particolare del primo Montale degli Ossi di seppia, libro su cui ha scritto uno stimolante profilo di sintesi nel recente volume collettivo su Montale edito da Carocci.
Nel nome di Montale ha curato o collaborato a varie iniziative di convegni e cataloghi di mostre e nel 2021 è stata nel gruppo dei fondatori dell’annuario “Quaderni montaliani”, dove è al presente attiva redattrice e collaboratrice: sua l’edizione della conferenza di Montale, Poeta suo malgrado, più volte utilizzata dal poeta in pubblico in Italia e all’estero e mai stampata e, nello scorso anno, l’edizione dell’importante corrispondenza ventennale di Montale con Giuseppe Lanza.
