Maria Teresa Giaveri

Per spiegare l’assegnazione del “Premio Montale Fuori di Casa” a Maria Teresa (Marina) Giaveri basterebbe solo il suo ultimo saggio Lady Montagu e il dragomanno che è ben più del “viaggio avventuroso alle origini dei vaccini” annunciato dal sottotitolo.

Maria Teresa Giaveri, però, ha molti altri titoli di merito: già professore ordinario di Letteratura Francese e poi di Letterature Comparate in Università italiane e nel C.N.R.S. francese, è ora membro dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Accademia Peloritana, Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica Francese, direttore di riviste scientifiche e vicepresidente del Pen Club italiano, giornalista, traduttrice, studiosa di letterature moderne e di percorsi di genesi testuale.

Tra le opere di Maria Teresa Giaveri, ricordiamo solo  le più note – i Meridiani Mondadori “Colette” e “Paul Valéry” – e il suo lavoro più recente, la corrispondenza fra Einstein e Valéry.

Tantissimi altri, però, sono i lavori di questa straordinaria studiosa.

Nel fortunatissimo e prezioso saggio dedicato a Lady Montagu, il lettore è guidato da Maria Teresa Giaveri in un lunghissimo viaggio in tante città, da Londra a Costantinopoli, con soggiorni in Olanda, a Vienna, Belgrado, Sofia, Adrianopoli, le stesse mete visitate dalla nobildonna e dal marito, nominato ambasciatore inglese in Turchia nel 1716.

Il percorso, in cui evidenti emergono i segni dei conflitti recenti, induce la raffinata viaggiatrice, di fronte alla campagna “disseminata di crani e di carcasse di uomini, cavalli e cammelli insepolti”, “a riflettere sull’ingiustizia della guerra che rende l’omicidio non solo necessario ma meritorio”. 

Una tale riflessione ha il merito di rendere il libro della Giaveri di grande attualità e ci porta a concordare con la citazione che la Lady Montagu  riprende da Hobbes: “la natura umana non è razionale, se, come suppongo, la parola ragione significa buon senso”.

Forse proprio il buon senso indusse l’aristocratica dama ad osservare che il vaiolo, così fatale e così frequente in Europa nella sua epoca, veniva reso ad Adrianopoli completamente inoffensivo dall’inoculazione  del pus raccolto da persone malate di vaiolo direttamente su bambini. 

Fu il dragomanno, cioè l’interprete ufficiale dell’Ambasciata inglese – un italiano che era anche medico di gran fama – a illustrare a Mary Wortley Montagu questa pratica, originaria della Tessaglia, grazie alla quale i bambini, dopo qualche giorno di malessere, venivano preservati dalle conseguenze di una malattia che decimava la popolazione delle città.

Al suo ritorno in Inghilterra, nel 1718, Lady Montagu tenterà di introdurre in patria questo metodo di prevenzione, dimostrandone l’efficacia e la sicurezza con la “variolizzazione” dei suoi figli. 

L’avventuroso viaggio del vaccino comincia dunque così e Maria Teresa Giaveri ce ne racconta le tappe, le difficoltà, i successi rimanendo a fianco di Lady Montagu, che del Settecento è “rappresentante privilegiata”.

I Consulenti culturali del “Premio Montale Fuori di Casa” ed il Consiglio direttivo, oltre ad aver apprezzato la tematica del saggio – che si avvale di una eccezionale bibliografia ragionata con l’indicazione delle biblioteche in cui sono stati consultati i documenti di prima mano (Parigi, Oxford, Milano, Venezia, Padova) – hanno ritenuto che la sua lettura  sia di particolare interesse specialmente in questi difficili anni durante i quali la pandemia da Covid 19 ha portato all’attenzione internazionale l’importanza di una adeguata protezione vaccinale.

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