Massimo Giannini

A Massimo Giannini Direttore de “La Stampa” il “Premio Montale Fuori di Casa” – sezione Giornalismo – Direttori di Quotidiani – per l’atteggiamento intransigente che il giornale da lui diretto ha assunto durante la pandemia, difendendo i vaccini, i Green Pass e i lockdown da tutte le superstizioni e le pulsioni antiscientifiche esplose sul web. Per la linea rigorosa seguita sulla guerra in Ucraina raccontando con sincerità i crimini di Putin, ma rilanciando sempre la via della Pace. Per adoperarsi con rigore a difendere il diritto di informazione di ogni cittadino, facendo si che ogni notizia che possa essere di pubblico interesse, venga trasmessa nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile delle fonti.

Ed in particolare modo per la raccolta firme avviata da “La Stampa” a sostegno dell’appello indirizzato a Mohammad Reza Sabouri, Ambasciatore in Italia della Repubblica islamica di Iran, Gholam Hossein Mohseni Ejei, capo della magistratura iraniana, Antonio Tajani, Ministro degli Esteri, perché venisse rilasciata Fahimeh Karimi, allenatrice di pallavolo e madre di tre bambini piccoli, detenuta e condannata a morte dal regime per un calcio ad un paramilitare Basiji.

Mobilitarsi è un dovere” aveva scritto nel suo editoriale del 7 dicembre 2022 Massimo Giannini, interpretando il pensiero di tanti italiani che, di fronte alle violenze perpetrate nei confronti delle donne iraniane, cercavano un modo per reagire ed esprimere il proprio disgusto per quanto il regime degli ayatollah stava compie nel silenzio assordante dell’Europa e del mondo civile. 

Le 300.000 firme raccolte da “La Stampa” in pochissimo tempo sono state quindi di enorme importanza per far sentire al regime iraniano l’isolamento di tutta la comunità internazionale. Perché, come ha scritto Azar Nafisi, la scrittrice iraniana in esilio, “L’Iran di oggi è come il Sudafrica dell’Apartheid. Il razzismo in Sudafrica era contro i neri, in Iran è contro le donne. E solo parlando di loro….Se l’opinione pubblica nei Paesi liberi parla di loro, compie l’opera più decisiva, importante: non farle sentire sole”.

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