Maurizio Gregorini

A Maurizio Gregorini il Premio Montale Fuori di Casa 2025, Sez. Ligure Apuana. In occasione dei cinquanta anni dall’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura ad Eugenio Montale e i 100 dalla pubblicazione del suo libro Ossi di Seppia, viene assegnato il XXIX Premio Montale Fuori di casa -sezione Ligure Apuana- al genovese Maurizio Gregorini non solo per la sua pluriennale attività di poeta, regista, scrittore, organizzatore culturale, curatore e direttore artistico di mostre e festival, ma per avere sempre messo al centro del suo poliedrico impegno culturale la città di Genova. Ben lo si comprende leggendo le poesie che compongono il suo penultimo libro :A Genova c’è.

Senza dubbio ci vuole coraggio a scrivere versi su Genova dopo che a farlo sono stati grandi poeti come Sanguineti, Caproni, Montale per non citarne che alcuni. E Maurizio Gregorini lo sa; scrive infatti :C’è a Genova/ un antico filare/ di poesia e poeti./ Trama di contrasti e risse,/Genova vuole la contesa/ crogiolo degli opposti/attizza il paradosso,/ma con chiari sprazzi/ di fulgida bellezza ./

Non ha tuttavia esitato a porsi sulle spalle di questi giganti per aggiungere qualcosa in più all’immagine di questa città da lui osservata con gli occhi di un poeta e lo sguardo acuto, affilato, di un regista. Coraggio: non dimentichiamo che questa parola deriva dal latino volgare coratĭcum, ed ha in cor cordis il suo modello. Cor, che in italiano possiamo tradurre con cuore, nel senso di passione e forza d’animo, ma anche intelligenza, doti queste che non si possono non riconoscere a Maurizio Gregorini, sia come scrittore e poeta (ha pubblicato quattro raccolte di poesie, un romanzo, un libro di fotografia e un saggio su Martin Scorsese) che come regista avendo diretto circa 100 filmati (videoclip, spot, documentari) e, in veste di sceneggiatore, scritto per la fiction TV e alcuni corti/filmati di videoarte. Sempre con Genova, la città che ama, nel cuore. E se Montale ha scritto versi immortali sul suo porto definito, “Paese di ferrame e alberature| a selva nella polvere del vespro” e su  “lo spiro | salino che straripa | dai moli e fal’oscura primavera | di Sottoripa|, anche Gregorini nel suo libro ce ne dà una sua propria immagine iconica: ” A Genova c’è il porto;/pensieri che sciabordano,/malinconie che affondano/”…..”Piroscafo lui stesso/nel golfo della mente, Il porto è introspezione,/ è ripiegarci dentro,/ noi genovesi inquieti/ Per ritrovarci ancora/ e perderci di nuovo/ moto perenne/ di saturnine spoglie.”

Ed ancora a Montale torna il pensiero di Gregorini nel suo ultimo libro  “Erbario Bestiario Lapidario” (Effegi edizioni 2025) con disegni di Marco Nereo Rotelli. Nella poesia dedicata all’Upupa, quasi in un affettuoso ed ironico dialogo, al di là del tempo e dello spazio con il Premio Nobel genovese, Gregorini si riferisce infatti a questo volatile usandone la stessa famosissima definizione di “Aligero folletto” mentre, sottotraccia, rende omaggio ai faticosi studi di solfeggio e di musica del grande Eusebio.

Genova, Palazzo Ducale – Sala del Minor Consiglio, 29 Maggio 2025

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