Autore di saggi filologici e critico-letterario, di racconti, reportage, inchieste, poesie e romanzi, alcuni dei quali tradotti in francese e tedesco, Paolo Di Stefano è uno degli intellettuali più creativi e insieme rigorosi della nostra scena letteraria. La sua opera narrativa che affronta temi come la memoria e l’oblio, l’infanzia violata e la difficoltà di crescere, la famiglia ed i rapporti generazionali, l’emigrazione, lo spaesamento, i rapporti nord-sud, è stata accolta negli anni da numerosi e prestigiosi premi letterari; anche perché nella scrittura di Di Stefano si sposano aspetti che parrebbero fra loro incompatibili: la tenacia,la generosità e la malinconia della sua terra di Sicilia dove è nato e la precisione, il rispetto delle regole tipiche della Svizzera, dove è cresciuto. Tali caratteristiche si ritrovano anche nel suo ultimo romanzo, Noi, rigoroso e insieme immaginifico spaccato di storia italiana vissuta dalla parte dei tanti emigranti dal Mezzogiorno al Nord e del riscatto da una condizione umile al benessere, culturale prima che economico; ma anche una creazione letteraria, scandita da una vicenda tragica, la morte del fratellino dell’autore, Claudio, nel 1967.
A tenere insieme il tutto è la poesia che interviene a sorpresa – quasi a tradimento – nelle pagine del libro come contrappunto per puntualizzare, chiarire i fatti, ma nello stesso tempo quasi a volerne sfumare i contorni. Ne risultano pagine che, accanto ad una rigorosa ricostruzione diaristica, storica e sociale, talvolta sfociano in momenti di indignazione, di malinconia, di comicità e di profonda commozione.
Non per ultimo riteniamo molto importante sottolineare che dagli editoriali scritti da Di Stefano sul “Corriere della Sera” è nata l’idea geniale del Dantedì ed è stata istituita in Italia dal Ministero della Cultura la Giornata dantesca che si celebrerà ogni anno da questo primo 25 marzo 2021. Siamo dunque perfettamente d’accordo con Di Stefano quando scrive che: “dobbiamo essere magnanimi nel promuovere con il giusto orgoglio un autore eccelso come Dante. Il che significa essere magnanimi con noi stessi, avere la giusta considerazione di noi stessi e della nostra cultura”.