A Paolo Stefanini
viene assegnato il Premio Montale Fuori di Casa – Sezione Poesia di Viaggio per il suo libro di poesia Grüß Gott vero e proprio diario di viaggio nel quale l’autore affronta temi di grande e cogente attualità espressi sia nel poemetto “All’Eden (consigli per un viaggio d’andata e di ritorno)”, sia nella poesia dedicata a “Sebastiao Salgado”, che in “Schiavitù sommersa”. Nel primo l’occhio del poeta indaga “il sommo male”, che forse in questo millennio non rinascerà dall’Adler Nest, il Nido d’aquila di Adolf Hitler, ma che “il caldo del deserto schiuderà”, “tra integralismi coltivati ad arte.” Nella seconda protagonisti sono gli ”ultimi del mondo ”in fuga dal Sael, oppure costretti “nel formicaio d’anime di fango” della Sierra Pelada, i lavoratori del Bangladesh, dalle “magre ed esili membra” così come li consegna alla storia il grande fotografo Sebastiao Salgado .Nella terza poesia Stefanini ci mette di fronte ad una terribile realtà che non vogliamo vedere: la nuova schiavitù cui è costretto quel mondo parallelo di disperati giunti in Europa da ogni parte del mondo, in cerca di una vita migliore. Schiavi sfruttati da nuovi e più terribili padroni, nuovi schiavi che ci vivono accanto anche se non più in catene e ceppi.
Paolo Stefanini nato a Pisa nel 1946, vive e lavora nella sua città dove è conosciuto come professionista, come persona impegnata nel sociale ma anche come amante della poesia, sia in vernacolo, nella quale esibisce sotto un piglio ironico ed autoironico, sia nella lingua italiana. E’ a quest’ultima però che Stefanini affida le sue emozioni e riflessioni più intime. Formatosi alla scuola dei classici nono nasconde una certa critica nei confronti della poesia contemporanea quando eccede in oscurità e linguaggio ermetico. Questo si scontra con l’alta visione che Stefanini ha della poesia: espressione chiara, limpida e sorvegliata di un sincero sentimento dell’anima. Con Grüß Gott,è al suo terzo libro di poesia e un quarto sta per essere pubblicato. La sua frequentazione con questa Musa è tuttavia di ben più lunga data e il suo impegno poetico nulla ha di dilettantistico. Come ben esemplifica il saluto teutonico che dà il titolo al suo libro, Stefanini è ben deciso a proseguire sulla strada ardua ed esaltante della Poesia, accettando la sfida con questa che è la più fragile, la più umbratile, ma anche la più ardua delle arti.