A Vittorino Andreoli
il Premio Montale Fuori di Casa 2017 – Sezione Narrativa
Per il suo libro “Principia”, “un viaggio dentro i princìpi, che significa dentro l’uomo: di ieri, di oggi…per rendere possibile un futuro, l’uomo di domani”.
Psichiatra di fama mondiale, uno fra i più autorevoli studiosi italiani della psiche, i cui saggi sono da sempre un imprescindibile punto di riferimento per capire i giovani, il disagio, la malattia, la società, ma anche per interpretare la realtà nei suoi aspetti creativi, familiari, gioiosi: “uno psichiatra fragile che mette insieme pezzi d’uomo perché possa sorridere, sperare, amare e sentire la propria fragilità” come Andreoli scrive di sé.
Per Vittorino Andreoli, così come per Eugenio Montale, la condizione umana sta dentro il dolore; “dolore per il tempo che passa, dolore per esistere senza sapere il perché, ignorando il senso del vagare in un pianeta sperduto nell’Universo”.
A tale dolore, connaturato nella natura umana, oggi, forse ancor di più che nel passato, si risponde con un eccesso di rabbia, di violenza e di cattiveria, quando invece la risposta dovremmo saperla trovare nell’accettazione del nostro limite, perché esso ci porta a considerare e a capire il limite degli altri.
L’uomo al dolore non può e non deve rispondere con la volgarità e la banalità del male, ci dice Andreoli, ma accettando la propria fragilità di esseri umani. Fragilità che non significa debolezza, ma anzi è una qualità positiva, dal momento che porta con sé il bisogno dell’altro, dell’amore, dell’amicizia, della solidarietà. “L’uomo fragile, è colui che sa dare un senso all’essere nel mondo, anche se non sa definirsi e se ogni definizione rimane avvolta dal mistero.
Perché, come scrive Eugenio Montale: “Tutte le immagini portano scritto più in là”.